Il bacio della lumaca

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Mi chiamo Bianca.
Il mio nome è stato deciso quando sono nata.Non come a mio fratellino a cui è stato messo il nome del nonno ed eragià deciso prima ancora che entrasse nella pancia.
“…eri bianca comela neve che si vedeva dalla finestra, avevi gli occhi azzurri come ilcielo, i capelli biondi, pallidi come il sole quella mattina e le goterosa come le rose” dice mia mamma quando mi racconta la storia diquando sono nata

“Ma quella assomiglia alla storia di Biancaneve!”

Canale Zero

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Strage in una villetta borghese della periferia. Figlia unica ammazza tutti i componenti della famiglia e va a giocare a flipper. La macabra scoperta di una strage familiare al numero 12 di viale Filopanti, in un quartiere benestante della periferia, è stata fatta ieri alle 21:30 da un vicino di casa. Tra la sala da pranzo e la cucina giacevano barbaramente crivellati da colpi di arma da fuoco i corpi di Antonio Rinaldi, della moglie, e del cane. La figlia diciottenne è stata catturata poco distante dal luogo del delitto, in un ritrovo per giovani, mentre giocava a flipper. Indossava ancora i segni di sangue e polvere da sparo. Daria Rinaldi viene presentata come una ragazza modello, "senza grilli per la testa" (come dichiara la vicina), sempre in casa, molto studiosa, tanto da essere la migliore allieva del Liceo classico Manfredi. Dopo essersi lasciata arrestare senza opporre resistenza, la ragazza è stata condotta in una cella di sicurezza del carcere di San Ruffillo dove si è chiusa in un silenzio esasperato. Gli inquirenti non sono riusciti a estrarle nemmeno una parola di bocca.

Porkiria

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Era una giornata come tutte le altre, la campanella dell’ lezione era suonata puntuale e la maestra Maila stava parlando delle persinizioecuzioni compiute ben due secoli prima contro i discendenti della dea Maya. Erano le undici del mattino di un autunno tiepido, dalle grandi vetrate aperte sulla piazza si vedeva un cielo azzurro senza neanche una nuvoletta, e quei poveri maialini costretti a stare seduti ai banchi, peraltro scomodi, pensavano che non gliene poteva importare di meno.

Topo Mostro

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Adelisa non aveva mai fatto storie per dormire. Mai fino a quando non successe quel fatto. Tutto il paese era immerso nel sonno e l’orologio della piazza aveva già suonato da un pezzo la mezzanotte, quando il pavimento di legno della sua stanza fu percorso da passetti incerti, accompagnati da un debole squit, squit, squit…
Squitttt!!!

Parola di gatto

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Il sole era già alto e io da molto tempo mi trovavo solo in casa, quando ebbi un'idea così geniale che sono certo cambierà il corso della Storia. Parola di gatto.
Intendete bene: della Storia. Non della mia, seppur importante, vita.

Quello è un ufo

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Il pulmino giallo del servizio scolastico parte da Fabro Scalo alle ore 13.45, si arrampica su per la collina e arriva a Parrano alle ore 14.20. Vomita i suoi passeggeri davanti alla pompa di benzina di Nando e riprende il suo viaggio verso Cantone.
Io ero di cattivo umore quel giorno.